Dopo una breve sosta nella soffocante Phoenix abbiamo raggiunto Flagstaff dove ci siamo concessi due passi lungo la Route 66 e una cena allegra e divertente presso il Black Bart Saloon.

La vista del Grand Canyon è indimenticabile e mozzafiato, ci siamo fatti accompagnare dal servizio bus interno fino alla fermata più lontana del South Rim e da li siamo tornati a piedi fino al visitor’s centre, ad ogni angolo una visuale spettacolare.

In realtà è un esteso sistema di canyon collegati prezioso per la combinazione di grandezza, profondità ed esposizione delle stratificazioni colorate di rocce che risalgono al Precambriano. Si è creato principalmente con il sollevamento tettonico dell’Altopiano del Colorado, e con l’attività di erosione del fiume Colorado e dei suoi affluenti.

Ci si muove tortuosamente lungo il Rim con viste incredibili sulle sue gole, i suoi pinnacoli, i sentieri, gli strapiombi e continui riferimenti alle ere geologiche.

Non c’è un collegamento stradale diretto tra il più visitato South Rim e il più selvaggio North Rim se si esclude il Navajo Bridge – e sono quindi necessarie cinque ore di viaggio in auto.

Il resto del Grand Canyon è estremamente selvaggio e remoto, sebbene molti luoghi siano accessibili tramite sentieri e mulattiere. Ci vuole tempo e preparazione per affrontare i suoi percorsi e per raggiungere punti estremamente belli e interessanti come l’Angel Window